Benvenuti nel sito del PLIS del Lago di Endine
 

EMERGENZE NATURALISTICHE - FAUNA - ITTIOFAUNA

I manoscritti del reverendo Enrico Caffi, naturalista e fondatore del museo di Scienze Naturali di Bergamo, contengono informazioni che hanno permesso di ricostruire l’ittiofauna presente nel lago di Endine attorno al 1930. In particolare vengono citate come specie autoctone il barbo comune, l’anguilla, la scardola, il cavedano, il vairone, la tinca, l’alborella, il cobite, il luccio e il persico reale.
Il manoscritto descrive, inoltre, come specie alloctone immesse dall’uomo il coregone e il persico sole. Studi più recenti hanno inoltre permesso di valutare la consistenza numerica di altre specie; in particolare risultano in declino numerico le popolazioni di alborelle, cavedani e savette.
Le popolazioni di anguilla sono invece caratterizzate da uno stato discreto, comunque a rischio a causa della presenza di sbarramenti lungo i fiumi che impediscono la risalita di esemplari giovani. Lo stato di carpe, ghiozzi, trotti, siluri e carassi risulta invece mediocre. Dal confronto di tali studi con le osservazioni del Caffi si nota pertanto la scomparsa del barbo, del vairone, del cobite e del coregone, forse dovuta al fenomeno di eutrofizzazione delle acque.
La scomparsa di tali specie è stata compensata dall’introduzione di specie alloctone quali luccioperca, persico sole, persico trota, carassio e rodeo amaro, che hanno provocato squilibri dal punto di vista ecologico. Questo fenomeno spiega la riduzione numerica delle alborelle, predate da specie ittiofaghe introdotte quali il luccioperca e il persico trota. Particolarmente nociva risulta l’introduzione, negli ultimi anni, del siluro, un pesce predatore che si nutre anche di piccoli mammiferi, uccelli, rettili e anfibi; la Provincia sta cercando di frenare i danni dovuti a tale introduzione permettendo, senza alcuna limitazione, la pesca del siluro nel lago.

Pesca di un esemplare di siluro (Foto archivio G.E.V. Comunità Montana Val Cavallina)